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DOMENICA 23
GIUGNO 2013
E’ domenica
mattina, ore 5.45. Il sole si sta preparando a
sorgere e i suoi raggi timidi fanno buffi
contrasti di luce nel cielo terso. Le previsioni
meteorologiche davano brutto tempo, ma il beato
Nicolò Rusca ha sicuramente messo una
buona parola e così pieni di entusiasmo
aspettiamo l’arrivo dei due pullman che
raccoglieranno più di 100 pellegrini da Lanzada,
Chiesa in Valmalenco, Torre S. Maria e da altri
paesi, guidati dal nostro parroco, don Alfonso
Rossi.
Da Sondrio ci
dirigiamo verso Tirano e giunti alla Basilica
della Madonna, salutiamo affettuosamente Maria
recitando l’Ave Maria e la Salve Regina e
chiedendo che ci accompagni e ci protegga lungo
il pellegrinaggio. Svoltiamo così verso
Campocologno e passata la dogana italiana e
quella svizzera, incominciamo a risalire la
strada che ci porta al Passo del Bernina(2.323 m
s.l.m.). Ammiriamo il bellissimo paesaggio
svizzero costeggiando il lago di Poschiavo,
paese natale di Afra, una delle nostre
pellegrine ormai da anni in Valmalenco. Il
clima sul pullman è molto gioioso e positivo.
Incrociamo nel frattempo il famosissimo Trenino
rosso del Bernina, dichiarato dall’Unesco
nell’anno 2007, “Patrimonio mondiale
dell’umanità”. Giunti in cima al Passo, il
panorama è mozzafiato mente il cielo è
limpidissimo. Proseguiamo verso Saint Moritz,
attraverso Pontresina e Celerina, completamente
avvolte dalla nebbia mattutina. Ci fermiamo così
a Saint Moritz per una sosta tecnica; l’aria è
frizzante!
Riprendiamo il
viaggio in direzione dello Julierpass (2284m
s.l.m.). Il traffico è intenso. Incrociamo
tantissimi pullman da tutta Europa che scendono
verso l’Engadina. I nostri autisti sono davvero
dei maestri, nel destreggiarsi con questi mezzi
giganti, tra gincane e curve strette.
Lungo il viaggio,
don Alfonso Rossi, alternandosi sui due pullman,
racconta la vita del Beato Nicolò Rusca
inquadrandola nel cotesto storico e geografico
del tempo e proprio mentre ci dirigiamo verso
Tiefencastel, ci indica i sentieri che ha
percorso a piedi l’anno scorso, da Sondrio a
Thusis, con altri pellegrini della Valmalenco e
di Sondrio, sulle orme del nostro Beato. I
paesaggi sono davvero stupendi, ma impervi.
Grazie al racconto di don Alfonso e di alcuni
pellegrini di allora, presenti anche oggi sul
pullman, abbiamo modo di immedesimarci nel loro
pellegrinaggio fatto a piedi.
Alle 10.30
arriviamo a Thusis ( 720 m s.l.m.) nel Canton
Grigioni. Ad accoglierci sul piazzale della
chiesa cattolica ci sono il Vescovo di Como
mons. Diego Coletti, il Vicario episcopale
Andreas Fuchs in rappresentanza del vescovo di
Coira e alcuni parrocchiani della comunità di
Thusis.
Siamo invitati ad
entrare nel salone della comunità cattolica di
Thusis, per riposarci un attimo prima della
Santa Messa.
Il Vescovo Diego ci
accoglie a braccia aperte e saluta ogni singolo
pellegrino ed in modo particolare tutti i
bambini presenti. Il Vescovo è già stato
diverse volte in Valmalenco ed è sempre
un’immensa gioia poterlo incontrare. La sua
umiltà e la sua schiettezza catturano i cuori
dei Malenchi, anch’essi umili e molto schietti.
Nel frattempo
finisce la messa domenicale nella chiesa
cattolica di Thusis e abbiamo così modo di
conoscere anche padre Francis, il parroco di
origine indiana.
Al gruppo di
pellegrini si uniscono altri valligiani giunti a
Thusis con la propria macchina.
Prendiamo tutti
posto nella chiesa molto semplice dal punto di
vista architettonico e dell’arredamento, ma
molto accogliente e luminosa. Tra i pellegrini
ci sono cinque dei nostri bambini malenchi che
in qualità di chierichetti servono la messa; c’è
il coretto “Voci di neve” che anima la
celebrazione con i propri canti accompagnato
dall’organista proveniente da Como con il nostro
valligiano don Simone Piani; c’è il gruppo “I
Rododendri”, donne e bambine in costume tipico
di Chiesa in Valmalenco.
All’inizio della
celebrazione, veniamo calorosamente salutati
dal Vicario episcopale mons. Andreas Fuchs,
che porta i saluti del Vescovo di Coira, che
purtroppo non può essere presente perché
impegnato nella amministrazione della Cresima.
Il Vescovo Diego
poi, inizia la messa con parole semplici e
chiare, arrivando dritto ai nostri cuori e alle
nostre menti. Coinvolgendo Angelica, la più
piccola del gruppo e gli altri bambini e
prendendoli come esempio, ci fa riflettere
chiedendoci cosa siamo disposti a lasciare per
seguire Gesù.
Durante la predica
il Vescovo Diego condivide con noi le sue
riflessioni, fatte durante la preparazione
dell’omelia. Prendendo spunto dal momento
storico in cui ha vissuto il beato Nicolò Rusca
e dalla sua esperienza di martirio, ma calandosi
nel qui ed ora, ci passa tre concetti: 1. la
chiesa deve essere libera, senza compromessi; 2.
la chiesa deve saper dialogare; 3. la chiesa
deve condividere.
Il clima tra i
pellegrini è molto raccolto e rispettoso; le
riflessioni storiche, religiose e personali del
Vescovo, vanno ad aggiungersi a quelle numerose
già dateci in precedenza da don Alfonso.
Terminata la messa,
dopo la consegna dei doni (scheggia di pietra
ollare e libri sul beato) al vicario episcopale
da parte di don Alfonso e le foto consuete, i
pellegrini si dividono in due gruppi: uno si
reca al ristorante Bernina e l’altro pranza al
sacco nell’accogliente sala della comunità,
messaci a disposizione dal parroco Francis.
Terminato il
pranzo, a piedi raggiungiamo la chiesa
protestante di Thusis, situata al lato opposto
del paese, rispetto alla chiesa cattolica. Nei
pressi, si trova l’edificio dove si dice sia
stato tenuto prigioniero il beato Rusca. I
pellegrini in rispettoso silenzio osservano la
costruzione alquanto tetra e ricevono dal
Vescovo Diego ulteriori informazioni storiche
sull’accaduto. Mons. Diego ci ricorda che la
preparazione per la beatificazione e la
beatificazione stessa sono state sì importanti,
ma ancora più importante è quello che stiamo
facendo adesso, cioè tramite il pellegrinaggio
toccare con mano ed essere testimoni. Il
Vescovo chiede a don Alfonso di raccontare
quegli ultimi giorni di agonia del Rusca. Dopo
la preghiera al nuovo Beato, verso le ore 15,30
, silenziosi e raccolti nella sofferenza
percepita che ha provato il beato Rusca, ci
incamminiamo verso i pullman che ci portano a
Gravesano nel Canton Ticino.
Appena saliti sui
pullman il tempo cambia repentinamente e il
tratto successivo di strada attraverso il passo
del San Bernardino, è accompagnato da una serie
di forti temporali e da banchi di nebbia.
Nonostante il
cambiamento del tempo, il nostro entusiasmo
rimane sempre alto.
Verso le 17.00
all’uscita di Lugano nord, ci attende il
sindaco del luogo che ci accompagna alla chiesa
di Gravesano dove ci aspettano il vescovo Diego,
il vescovo di Lugano mons. Pier Giacomo Grampa e
il parroco don Massimo Braguglia.
Ci accomodiamo nei
banchi della chiesa. Il parroco di Bedano dà il
benvenuto a tutte le autorità e ai pellegrini.
Sottolinea l’importanza e la unicità di questo
incontro. Passa poi la parola al vescovo di
Lugano, il quale ci dà un caloroso benvenuto. Il
vescovo Diego invita il vescovo Pier Giacomo a
presiedere i primi vespri della natività di San
Giovanni Battista. Il vescovo Pier Giacomo,
felicissimo di questo invito, dice che ammira
noi Valtellinesi, per tutto quello che abbiamo
fatto, per il lavoro, l’organizzazione e la fede
che abbiamo avuto per portare don Nicolò Rusca
alla beatificazione. Da parte sua c’è un grande
“mea culpa”, perché come vescovo di Lugano,
ammette di non aver coltivato il legame con la
“madre chiesa” della diocesi di Como, essendo
lui tra l’altro metà di Erba, per via materna.
Ammette che i Ticinesi non hanno saputo
valorizzare sufficientemente la figura del
Rusca, sebbene nato a Bedano. Si ripromette
però, dopo questo incontro unico e fondamentale,
( forse il primo della storia recente a questo
livello! ), di dare il giusto valore e la
giusta attenzione a questa figura così
importante. Questo invito e questo incontro
hanno risvegliato le loro coscienze rispetto a
Nicolò Rusca.
Il vescovo Pier
Giacomo, docente universitario, sottolinea
l’importanza dello studio e della formazione,
soprattutto per i preti e ci ricorda che il
beato Rusca, ai suoi tempi, sapeva il greco e
l’ebraico e poteva così leggere direttamente i
testi sacri nelle lingue originali. Ricorda
inoltre affettuosamente un suo allievo
originario di Chiesa.
Duranti i vespri
don Alfonso, accompagnato dall’organista, guida
i canti.
Al termine c’è la
consegna di tre Reliquie “ ex ossibus” del
beato; una al parroco per il paese nativo del
Rusca; una al vescovo di Lugano per la sua
chiesa cattedrale; una a don Alfonso Rossi per
il santuario Madonna degli Alpini. E’ il momento
più solenne e carico di emozioni di tutta la
giornata.
Don Alfonso
consegna al parroco e al sindaco di Bedano,
alcuni libri e CD sul Beato; il volume del
Santuario della Madonna delle Grazie di Primolo
e una scheggia in pietra ollare raffigurante
Rusca e incisa dall’artista malenco Silvio Gaggi.
Fatto questo, siamo
tutti invitati nella sala della comunità
parrocchiale per un abbondante rinfresco.
L’accoglienza è
davvero stupenda e come ha detto il vescovo di
Lugano, sembra che ci conosciamo da sempre.
Dopo il rinfresco,
il vescovo di Lugano ci saluta mentre mons.
Coletti, il sindaco di Bedano persona
disponibilissima, e il parroco, altrettanto
gentile e disponibile, ci accompagnano a Bedano,
dove visitiamo la chiesetta dove Nicolò Rusca è
stato battezzato e dove ha ricevuto i primi
insegnamenti. Il sindaco ci spiega la parte
artistica e architettonica della chiesetta e poi
commosso, ringrazia di cuore noi valtellinesi
per la ineccepibile organizzazione della
beatificazione avvenuta il 21 aprile 2013 a
Sondrio, alla quale lui stesso era presente.
Interviene mons.
Coletti, ringraziando nuovamente tutti coloro
che hanno aiutato alla realizzazione della
beatificazione e dei pellegrinaggi e in modo
particolare ringrazia don Alfonso.
Usciamo dalla
chiesa e veniamo accompagnati pochi metri più
avanti alla casa natale del beato, ora
ristrutturata e abitata. Sulla facciata, una
targa in marmo, ricorda Nicolò Rusca nel terzo
centenario della morte.
Le ultime foto, gli
ultimi saluti, gli ultimi abbracci con il
vescovo Diego, il parroco, il sindaco e la
comunità.
Saliamo sui pullman
alla volta della Valmalenco, con il
pellegrinaggio nel cuore e con il ricordo di
questa bellissima esperienza internazionale che
ci ha uniti e ci ha fatto conoscere altre
persone mosse dalla fede.
Laura
Guerra
n.b. Don Alfonso ha
invitato i presenti dalla “gamba buona” a
partecipare al pellegrinaggio che si
effettuerà a piedi dal 31 agosto al 1 settembre
da Sondrio al Passo del Muretto con la
possibilità di proseguire nei giorni 2, 3, 4
settembre fino a Coira. Il vescovo di Coira ha
già dimostrato tutta la sua disponibilità ad
accogliere i pellegrini.
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